Una raccolta di racconti, una carrellata di ritratti interiori, uno sguardo nuovo ed antiretorico sull’immigrazione. Un libro di narrativa storica, una piccola Spoon River a chilometro zero, una controstoria delle nostre radici e delle nostre tradizioni. E molto altro ancora.
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Ducos, Wührer, Guillaume, Coen, Wimmer, sono solo alcuni tra i cognomi delle famiglie di ‘immigrati’ che nell’800 hanno contributo in maniera notevole alla nascita della Brescia moderna. L’impronta di queste famiglie di forestieri, giunte a Brescia spesso al termine di vicende rocambolesche ed incredibili, è spesso visibile ancora oggi tra le pieghe dei luoghi o nella cultura e nell’identità locale di questa città come lo è probabilmente di ogni altro luogo.
I racconti che compongono I forestieri e l’anima della città traggono spunto dalle vite di dieci di questi personaggi diversissimi tra di loro, ma accomunati dal fatto di essere originari dell’altrove. Ispirandosi a eventi realmente accaduti, le istantanee proposte accompagnano così il lettore nei meandri dell’epoca storica che più di tutte ha contribuito a forgiare la città e la mentalità dei suoi abitanti, la seconda metà dell’Ottocento, indagando le interazioni decisive tra questi forestieri e la Brescia di allora.

(Obernberg am Inn, 1792 – Brescia, 1870)
Fondatore del marchio di birra più antico d’Italia
Davanti agli occhi del lettore viene così gettata una luce inedita sulle vite dei magnati calvinisti che portarono in provincia l’industria, sulla tenaca visionaria degli austriaci che “inventarono” Gardone Riviera, sull’ultimo sogno del nobile francese esiliato dalla Rivoluzione che fondò a Brescia il primo teatro stabile dedicato al circo ed alla prosa. Si materializzano – in un turbinio di polacchi mazziniani e di austriaci “traditori” – gli anni burrascosi delle lotte anti-asburgiche, quelli della riforma delle carceri e quelli dell’introduzione della pubblica illiminazione. Viene indagato l’ingresso in città di nuove confessioni religiose, di nuove professioni, di nuovi prodotti e di nuove occasioni di consumo; ma anche le difficoltà di comunicazione, i sospetti, il desiderio di rivalsa, le crisi d’identità, i meccanismi di esclusione ed i tentativi più consapevoli di traduzione.
Utilizzando Brescia come ‘caso di studio’ indagato attraverso lo strumento letterario, ed unendo ricostruzione storica, tensione narrativa e risvolti psicologici individuali, I forestieri e l’anima della città interroga il lettore su quel naturale fluire delle genti che è parte costitutiva delle vicende umane ed è alla base del tessuto e dello spirito mutevole di quel meraviglioso organismo chiamato ‘Città’, e di tutti noi che ne siamo ospitati.
Un libro necessario, in quest’epoca di rimozione e di fantasie identitarie, per riconoscere il contributo senza tempo dell’alterità alla costruzione di ciò che oggi ci risulta più familiare.
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