BRASILE / Giorni 4 – 5: PARATY

Tag: Distanze, Pullman, Paraty, ‘inverno’ brasiliano

Il Brasile è un paese enorme con una popolazione numerosa ma sostanzialmente concentrata in alcuni grandi agglomerati metropolitani separati tra di loro da migliaia di chilometri. Costruire un itinerario in Brasile è molto difficile, e in un certo senso anche frustrante: da un lato i principali luoghi d’interesse sono tra loro molto distanti (distanza accresciuta dall’assenza di treni veloci); dall’altro, l’estrema rarefazione dei punti d’interesse fa sì che – se l’obiettivo è quello di incontrare lungo il tragitto una sufficiente varietà e diversità – non abbia troppo senso dedicare un intero viaggio ad una regione specifica semplicemente perché ogni regione sembra essere estremamente riduttiva.

Vista la quasi assenza di ferrovie, le città principali sono collegate tra di loro prima di tutto da un’estesa rete di pullman di linea gestiti da centinaia di compagnie spesso a connotazione locale o regionale che vendono i loro biglietti tramite aggregatori online (quello con cui mi sono trovato meglio si chiama Clickbus) che applicano un sovrapprezzo. I bus brasiliani sono estremamente comodi (più dell’aereo) e mediamente anche sicuri; le distanze sono tuttavia tali che, spesso, i tragitti hanno una durata comunque quasi proibitiva (per un Rio de Janeiro – Salvador ci vogliono 28 ore, per un Rio de Janeiro – Foz do Iguazu ce ne vogliono 24). L’alternativa ovvia, che ha anche il pregio di essere discretamente economica, è quindi costituita dai voli interni che sono ad oggi operati da tre compagnie che hanno tutte un profilo sostanzialmente low cost: Azul, GOL e LATAM. Prenotando con ampio anticipo e tenendosi lontani dai periodi di picco, si riesce a spendere addirittura meno di quanto si spenderebbe con il pullman!

Limitarsi a volare da una città all’altra, da una megalopoli alla successiva, è tuttavia un modo di viaggiare inevitabile ma anche estremamente limitante: viaggiare dovrebbe essere anche osservare le campagne e le periferie scorrere attraverso un finestrino, attraversare i luoghi banali, entrare negli ‘autogrill’ o e le colorite stazioni con le loro sale d’aspetto, i loro venditori, i loro bagni.

La soluzione di compromesso che ho trovato è stata quella di svolgere almeno una tratta (la Rio de Janeiro – San Paolo) in pullman spezzando il viaggio a metà nella cittadina coloniale di Paraty situata a circa 5 ore di pullman da Rio de Janeiro e a circa 7 da San Paolo. Durante l’estate brasiliana, Paraty – con quell’area da tranquilla cittadina di località marinara, con il centro storico pittoresco fatto da edifici coloniali ben ristrutturati, con quella struttura viaria semplice fatta di dieci strade e tre piazze –  sembra essere una meta molto gettonata anche in quanto punto di partenza da cui esplorare le spiagge più nascoste poste a qualche decina di minuti d’auto dalla cittadina. Durante l’inverno brasiliano (e in particolare ad agosto, periodo – diversamente da luglio – a tutti gli effetti lavorativo), Paraty è invece un centro più tranquillo, quasi uggioso, in cui è piacevole gironzolare per una o due mezze giornate provando a rilassarsi dal logorio metropolitano ed ammirando uno dei centri coloniali meglio conservati.

Nel caso del nostro viaggio, l’aspetto quieto e meditativo di Paraty è stato ulteriormente accentuato dal meteo nuvoloso. Siamo arrivati a Paraty a metà giornata, dopo aver preso il Pullman dall’enorme stazione di Rio de Janeiro e dopo aver percorso l’interminabile periferia e quindi la costa punteggiata di misteriose cittadine-residence con tanto di cancello d’ingresso. Al nostro arrivo abbiamo trovato le nuvole, che paiono non così rare a Paraty, e sempre con le nuvole la mattina successiva ce ne siamo andati a San Paolo. In un certo senso siamo stati sfortunati; dall’altro, la cittadina è comunque veramente bella ed ha il pregio di far vivere (anche con il tempo così così) una dimensione che, altrimenti, si rischia di tralasciare.

Le giornate a Paraty non sono state le uniche giornate nuvolose incontrate durante due settimane trascorse nel cosiddetto “inverno” brasiliano: oltre alle due giornate di Paraty, sono state nuvolose anche una giornata a Salvador do Bahia e le ultime due giornate a Rio. L’inverno brasiliano, per come lo abbiamo potuto vivere noi (e per come ci è stato raccontato) è comunque incredibilmente mite e, ad agosto, anche sostanzialmente asciutto: le temperature sono comunque elevate (con l’eccezione di San Paolo, dove un maglione e una giacca son consigliate), soprattutto quanto più ci si avvicina all’Equatore, e normalmente è possibile di giorno girare in maniche corte incontrando temperature vicine ai 30. Anche per questo, in un certo senso, le nuvole sono state talvolta state un sollievo: il sole, nonostante l’inverno, è veramente caldo e – se la brezza marina si interrompe – sa anche essere afoso. Certo: il Brasile senza il sole ha lo svantaggio di apparire meno Brasile di quanto uno si può lecitamente aspettare, e senza la luce tutto tende in un certo senso a sfiorire; ma questo, purtroppo o per fortuna, fa parte del Brasile reale.

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